Incentivi fotovoltaico

Incentivi fotovoltaico, sequestrati tre impianti. Erano stati artificiosamente frazionati in 19 impianti. Ognuno di questi della potenza inferiore a un megawatt di potenza. Lo scopo? Aggirare l’obbligo della VIA, Valutazione di impatto ambientale, risultando sottoposti unicamente alla Dia, dichiarazione di inizio attività.

Da ciò il sequestro di tre grandi impianti fotovoltaici, posti sotto sigillo dalla Guardia di Finanza di Brindisi nell’ambito di un’inchiesta su una indebita richiesta di fondi pubblici da parte di sei società di capitali che operano nel settore del fotovoltaico.

Coinvolte sei società, tutte controllate dalla famiglia Degennaro di Bari. Un sequestro di circa 11 milioni di euro, ovvero l’equivalente dei contributi già percepiti dalle società, mentre la richiesta è per un totale di 182 milioni.

Dalle indagini è stato verificato che l’utilizzo della sola Dia avrebbe permesso di evitare l’esame obiettivo della conformità dei progetti, agevolando la corsa per ottenere gli incentivi più consistenti del secondo stralcio dell’intervento pubblico, che si chiudeva il 31 dicembre del 2010.

Curata dal tecnico Michele Corona, la pratica di rendicontazione delle società è giunta all’ufficio del Gestore dei servizi energetici (Gse) in tempo utile per ottenere gli interventi più favorevoli.

Gli inquirenti sospettano quindi che l’erogazione dei contribuire fino a questo punto percepiti dalle sei società si è realizzata sulla scorta di un falso in atto pubblico. L’ipotesi è dunque la loro indebita percezione.

A rispondere delle ipotesi di reato l’amministratore delle società, Daniele Degennaro, e lo stesso Corona, già indagati nel precedente stralcio di indagine relativo alla violazione di norme urbanistiche e di vincoli paesaggistici.

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